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Il mondo di Dromi

Dromi

È ancora buio quando la carovana lascia il recinto per raggiungere l’imbarcadero del Grande Fiume.

L’ultimo della lunga fila è il giovane Dromi.

Con le palpebre ancor piene di sonno fatica a tenere il passo e presto rimane indietro.

Dopo l’attraversamento dello uadi si ferma, piega le ginocchia e distende il lungo collo sulla sabbia: s’addormenta.

Ormai è l’alba ma la prima luce del sole è subito spenta da un turbinio di sabbia, che spazzola con violenza le dune.

A poco a poco la gobba di Dromi, che sta beatamente sognando di essere all’oasi, sparisce sotto le ondate del ghibli.

Intanto la carovana è arrivata all’attracco: il conducente fa la conta man mano che i dromedari salgono sulla zattera che li porterà all’altra sponda.

-Ne manca uno… manca Dromi! Bisogna cercarlo: chi torna indietro?-

Silenzio.

Spossati dalla marcia controvento nessuno dei compagni se la sente di rimettersi in cammino.

-Sarà stato sepolto dalla tormenta. E chi lo trova più?-

-Io, posso trovarlo io! – grida Fennec, il volpino diventato la mascotte dei Jamal.

-Tu?!? Ma tu sei inesperto…- protesta Jam, il patriarca che l’ha adottato e vuole proteggerlo.

-Ci provo! Ci provo!-

E il vispo volpino si allontana così velocemente che dopo un attimo le sue aguzze orecchie non si vedono più. Facilmente ritrova il percorso, che ha fatto standosene accucciato nell’incavo della gobba di babbo Jam.

La grandinata mattutina è cessata: ora fa caldo, sempre più caldo.

Ma Fennec è bravo a indunarsi nella sabbia ardente: avanza nella frescura sotterranea scavando lunghe gallerie e a tratti riemerge in superficie per controllare le ondulazioni del suolo.

Dopo un’ora, però, ancora niente.

Ma quando arriva sulla cresta del cordone dunoso che corre lungo lo uadi avvista una strana gibbosità.

“Questa non c’era”, pensa e si precipita a balzi giù dal pendio.

-Sì, lo è! L’odore… l’odore è quello! – grida.

E infilata la testa nel mucchio sabbioso scava con tutto il corpo, lasciandosi guidare dal suo infallibile olfatto.

Ecco: ora lo sente, sente l’ispido pelo!

Con le zampette e la coda rapidamente spazza via nuvole di sabbia, finché…

-Ehm, che solletico! E dai, lasciami dormire ancora un po’! – protesta quel ghiro di Dromi.

 

 

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