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La pandemia alla fine cancellerà quello che resta delle realtà locali

La Stampa articolo di Giampiero Carbone

La Pandemia alla fine cancellerà quel che resta delle realtà locali

Gianni Repetto. ex docente di Lettere e autore del libro “La solitudine del paesano”

 

“La pandemia alla lunga cancellerà le comunità dei paesi”, Gianni Repetto nel suo libro, “La solitudine del paesano”, pubblicato come molte delle sue opere precedenti dalla Impressioni Grafiche di Acqui Terme, guarda sempre a quel poco cge rimane delle comunità locali.

Il suo punto di partenza è Lerma, nell’Ovadese, dove è nato nel 1952 e dove vive l’ex insegnante di Lettere alla scuola media di Mornese, nonché ex presidente del Parco Capanne di Marcarolo, in uno dei suoi primi libri “Careghé”, raccontava il mondo contadino dell’Ovadese all’epoca di suo nonno e di suo padre, con le cascine sparse, la solidarietà tra paesani e i tanti personaggi di quella società. Una multiculturalità che da decenni continua a ridursi e che oggi, secondo Repetto, è finita: “Il paese che abbiamo vissuto non esiste più. Svanito nel giro di cinquant’anni: deserta la campagna, stravolto il paesaggio, mutata l’urbanistica e sparita la comunità”.

“La mia generazione è stata l’ultima a vedere e vivere quel mondo, fatto di un arcaismo anche becero, di dialetto, di scherzi fra i paesani, di solidarietà ma anche di cattiverie. Una realtà rimasta identica per millenni, che ha scandito le abitudini e i costumi dei nostri paesi. A Lerma c’erano i filari delle vigne che arrivavano a ridosso del paese, durante la vendemmia passando in paese c’erano tutte le cantine aperte dove si faceva il vino. Era il paese rurale. Ora è irriconoscibile, da stropicciarsi gli occhi e chiedersi se è ancora lo stesso.

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